INTRODUZIONE ALLA SECONDA LETTERA DI PAOLO AI CRISTIANI DI CORINTO
Caratteristiche principali
Qui lo stile è più
appassionato e polemico che nella lettera precedente. Questo il motivo:
l'autorità di Paolo è stata messa in discussione, il suo lavoro
passato e le sue stesse intenzioni sono state poste in cattiva luce da certi
predicatori, attivi a Corinto dopo di lui. Di conseguenza, nella lettera Paolo
è preoccupato di difendersi, di spiegare quali veramente sono stati il
suo ruolo e la sua attività (2,7; 10,13), di dichiarare tutto il suo
affetto attuale per questi credenti (6,1-13; 11,2.11). Non mancano però
anche pressanti esortazioni a perdonare certi colpevoli (2,5-11) e a mostrarsi
perseveranti (6,1-2), e insistenti inviti alla generosità verso i poveri
(capitoli 8-9). Una certa ripetizione degli argomenti fa sospettare ad alcuni
studiosi che questo scritto potrebbe raccogliere il contenuto di più
lettere, tutte del medesimo periodo.
Primi lettori
Sono ancora i cristiani di Corinto. La
situazione è preoccupante. Succede che in questa comunità, per
opera di alcuni falsi apostoli troppo facilmente ascoltati (11,3-4), i credenti
non dimostrano a Paolo la stima di prima (10,10). Troppi ignorano o dimenticano
il suo entusiasmo e la sua dedizione passata (11,7-9), le difficoltà da
lui sopporta te (1,8-9; 6,1-13; 11,16-33); le sue esperienze mistiche (12,1-10),
la sua disponibilità (12,11-13,10), la vera natura del suo compito
(capitoli 3-5).
Autore
E' Paolo. Ciò risulta dalle indicazioni esplicite della lettera (1,1) e
dall'insieme delle notizie relative al mittente e ai lettori. Queste infatti
corrispondono con quello che sappiamo da altra fonte (Atti 18,1-8). Anche se la
lettera fosse la fusione di più lettere, queste sarebbero tutte di
Paolo.
La data è abbastanza sicura: 55/56
d.C.
Schema
-
Introduzione 1,1-11
- Modifiche ai piani di
viaggio 1,12-2,13
- Il vero apostolo
2,14-5,21
- Le prove e i doni di Paolo
6,1-7,16
- Invito alla
generosità
(la colletta)
8,1-9,15
- Difesa di se
stesso,
accusa dei falsi apostoli 10,1-12,21
- Esortazioni e saluti 13,1-13
SECONDA LETTERA AI CORINZI
CAPITOLO 1
SALUTO
1 Paolo,
apostolo di Gesù Cristo per volontà di Dio, e il fratello
Timòteo scrivono alla chiesa di Dio che si trova in Corinto e a tutti
quelli che in Grecia sono il popolo di Dio.
2
Dio, nostro Padre, e il Signore Gesù Cristo diano a voi grazia e
pace.
PAOLO RINGRAZIA DIO
3 Lodiamo Dio, Padre di
Gesù Cristo, nostro Signore! Il Padre che ha compassione di noi, il Dio
che ci consola.
4 Egli ci consola in tutte le
nostre sofferenze, perché anche a noi sia possibile consolare tutti
quelli che soffrono, portando quelle stesse consolazioni che egli ci dà.
5 Perché, se molto ci tocca soffrire con
Cristo, molto siamo da lui consolati.
6 Se
soffriamo, è perché voi riceviate quella consolazione che vi
renderà forti nel sopportare le stesse avversità che anche noi
sopportiamo.
7 Questa nostra speranza è
ben fondata, perché sappiamo che condividete non solo le nostre
sofferenze ma anche le nostre consolazioni.
8
Dovete sapere, fratelli, che in Asia ho dovuto sopportare sofferenze grandissime
addirittura superiori alle mie forze. Temevo di non potere sopravvivere.
9 Mi sentivo già un condannato a morte.
Dio ha voluto così, per insegnarmi a non mettere la mia fiducia in me
stesso ma in colui che dà vita ai morti.
10 Egli mi ha liberato da un grande pericolo di
morte, e mi libererà ancora. Sì! Sono sicuro che mi
libererà ancora
11 con l'aiuto delle
vostre preghiere. Dio risponderà alle preghiere che molti faranno per me.
Così, molti lo ringrazieranno per avermi
liberato.
PERCHE' PAOLO NON E' ANDATO A CORINTO
12-13 Di questo mi vanto: in
coscienza posso dire che a questo mondo mi sono comportato verso di voi con la
semplicità e la sincerità che vengono da Dio. Infatti, anche nelle
mie lettere, vi scrivo soltanto quel che leggete e capite. Non è la
sapienza umana che mi guida, ma la grazia di Dio. Spero che alla fine riuscirete
a capire bene
14 quel che ora capite solamente in
parte, cioè che quando ritornerà il Signore Gesù, voi
potrete essere fieri di me, come io potrò esserlo di voi.
1516 Con questa convinzione avevo pensato di
procurarvi la gioia di una seconda visita, passando da voi mentre mi recavo in
Macedonia. Poi volevo passare ancora da voi nel viaggio di ritorno. Voi mi
avreste quindi aiutato a proseguire il viaggio verso la Giudea.
17 Pensate forse che ho fatto questo progetto
con leggerezza? O forse pensate che io abbia voluto essere ambiguo,
perché prima vi ho detto «si" e poi
«no"?
18 Com'è vero che Dio mantiene
le sue promesse, quando parlo con voi non faccio un miscuglio di "sì" e
di "no".
19 Dio, per mezzo di Gesù Cristo,
suo figlio, che io, Silvano e Timòteo vi abbiamo annunziato, non ha detto
"sì" e "no", ma soltanto "si".
20 E
così, in Cristo, ha compiuto tutte le sue promesse. Perciò, per
mezzo di Gesù Cristo, noi lodiamo Dio dicendogli
"Amen".
21 Dio ha messo noi e voi insieme su quel
solido fondamento che è Cristo. Egli ci ha scelti,
22 ci ha segnati con il suo nome e ci ha dato lo
Spirito Santo come garanzia di quel che riceveremo.
23 Se non son venuto a Corinto, come avevo
pensato, è stato per non urtarvi. Dio mi è testimone e mi faccia
morire se non dico la verità.
24 Io non
voglio dominare la vostra fede, perché è già salda. Voglio
soltanto lavorare con voi per la vostra
gioia.
CAPITOLO
2
1 Ho deciso di non venire da voi per non
rattristarvi di nuovo.
2 Perché se io
rattristo voi, chi mi potrà rallegrare? Certamente non potrà farlo
chi è stato rattristato da me.
3 E
proprio per questo vi scrivo, perché se fossi venuto, sarei stato reso
triste proprio dalle persone che avrebbero dovuto farmi felice. Perché
sono convinto che anche voi siete contenti quando io sono nella gioia.
4 Vi scrissi in un momento di grande tristezza,
fra le lacrime e con molta angoscia. Non per rendervi tristi, ma per farvi
sentire il grande amore che ho per
voi.
PERDONARE IL COLPEVOLE
5 Se qualcuno mi ha fatto soffrire, ha
fatto soffrire anche tutti voi.
6 E' sufficiente
per lui il castigo che la maggioranza di voi gli ha dato.
7 Ora, invece, dovete piuttosto perdonarlo e
confortarlo, perché la troppa tristezza non lo porti alla disperazione.
8 Perciò v'invito ad agire in modo da
dimostrargli il vostro amore.
9 Vi avevo scritto
per mettervi alla prova, per vedere se siete veramente ubbidienti.
10 Se perdonate a qualcuno, anch'io gli perdono.
E quando perdono, se ho qualche cosa da perdonare, lo faccio per amor vostro,
davanti a Cristo.
11 Noi conosciamo le
intenzioni di Satana e non vogliamo essere le sue
vittime.
L'ANSIA DI PAOLO A TROADE
12 Quando arrivai a
Tròade, il Signore mi offrì un'occasione favorevole per predicare
il suo messaggio.
13 Tuttavia ero molto
preoccupato perché nella città non avevo trovato il nostro
fratello Tito. Allora salutai quelli di Tròade e andai in
Macedonia.
VINCITORI CON CRISTO
14 Ringraziamo Dio che ci fa
sempre trionfare con Cristo e, per mezzo di noi, diffonde ovunque, come un
profumo, la conoscenza di Cristo.
15 Siamo
infatti come il profumo dell'incenso offerto a Dio da Cristo, e lo siamo tanto
per quelli che sono sulla via della salvezza come per quelli che vanno verso la
perdizione.
16 Per questi ultimi è un
odore di morte che procura la morte. Per quelli che sono sulla via della
salvezza è invece un odore di vita che dà la vita. Chi è
all'altezza di questo compito?
17 A ogni modo,
noi non ci comportiamo come molti che inquinano la parola di Dio. Noi parliamo
con sincerità davanti a Dio che ci ha inviati per mezzo di
Cristo.
CAPITOLO
3
SERVI DI UNA NUOVA ALLEANZA
1 Cerco forse ancora di raccomandare me stesso?
Non ho bisogno, come altri, di lettere di raccomandazione scritte per voi o da
voi.
2 Perché siete voi la mia lettera!
Essa è scritta nei vostri cuori e viene letta e riletta da tutti.
3 E' evidente che voi siete una lettera di
Cristo, scritta da me, non con l'inchiostro, ma con lo Spirito di Dio vivente;
non su tavole di pietra, ma nei vostri cuori.
4
E' così, perché ho fiducia in Dio per mezzo di
Cristo.
5 Infatti io non posso pretendere di
compiere da me stesso un'opera di questo genere. Solo Dio mi dà la
capacità di compierla.
6 Lui mi ha reso
capace di essere servo di una nuova alleanza che non dipende da una legge
scritta, ma dallo Spirito: la legge scritta porta alla morte, ma lo Spirito
dà la vita.
7 La missione della legge,
scritta su tavole di pietra, fu inaugurata con tanta gloria che gli Israeliti,
per un po' di tempo, non potevano guardare la faccia di Mosè, per lo
splendore che irradiava. Ora, se la missione della legge, che pure conduceva
alla morte, fu così gloriosa,
8 non
sarà forse più gloriosa la missione dello Spirito?
9 Se la missione della legge, che annunziava la
condanna, fu piena di gloria, assai più lo è la missione di chi
annunzia che Dio ci salva.
10 Anzi, quello che
prima era glorioso, ora scompare di fronte a questa gloria infinitamente
superiore.
11 Dunque, se ciò che dura per
poco è stato glorioso, molto più glorioso sarà ciò
che dura per sempre.
IL VELO DI MOSE'
12 E poiché abbiamo
questa speranza, possiamo parlare con grande franchezza.
13 Non facciamo come Mosè che si metteva
un velo sulla faccia perché gli Ebrei non vedessero scomparire quello
splendore di breve durata.
14 Ma quel velo
rimane fino a oggi, e la loro intelligenza rimane oscurata quando leggono
l'Antico Testamento. Perché, solo per mezzo di Cristo quel velo viene
abolito.
15 Anche adesso, quando leggono i libri
di Mosè, quel velo ricopre la loro
intelligenza
16 perché, come la Bibbia
dice di Mosè, quel velo è tolto solo quando ci si rivolge al
Signore.
17 In questo testo il Signore è
lo Spirito, e dove c'è lo Spirito c'è libertà.
18 Ora noi tutti contempliamo a viso scoperto la
gloria del Signore, una gloria sempre maggiore che ci trasforma per essere
simili a lui. Questo compie lo Spirito del
Signore.
CAPITOLO
4
UN TESORO IN VASI DI TERRA
1 E' Dio che ha avuto misericordia di noi e ci
ha affidato questo compito: perciò non ci scoraggiamo.
2 Rifiutiamo ogni azione segreta e disonesta,
non ci comportiamo con malizia e non falsifichiamo la parola di Dio. Anzi,
facciamo chiaramente conoscere la verità, e così presentiamo noi
stessi di fronte al giudizio di tutti gli uomini e dinanzi a
Dio.
3 Se poi la nostra predicazione appare
oscura, essa è oscura per quelli che sono sulla via della perdizione:
4 Satana, il dio di questo mondo, accieca le
loro menti perché non risplenda per loro la luce gloriosa dell'annunzio
di Cristo, immagine di Dio, e così essi non credono.
5 Infatti noi non esaltiamo noi stessi:
annunziamo che Gesù Cristo è il Signore. Noi siamo soltanto vostri
servi a causa di Gesù.
6 E' Dio che ha
detto: «Risplenda la luce nelle tenebre», ha fatto risplendere in noi
la luce per farci conoscere la gloria di Dio riflessa sul volto di Cristo.
7 Noi portiamo in noi stessi questo tesoro come
in vasi di terra, perché sia chiaro che questa straordinaria potenza
viene da Dio e non da noi.
8 Siamo oppressi, ma
non schiacciati; sconvolti ma non disperati.
9
Siamo perseguitati, ma non abbandonati; colpiti, ma non distrutti.
10 Portiamo sempre in noi la morte di
Gesù, perché si manifesti in noi anche la sua vita.
11 Siamo vivi, ma continuamente esposti alla
morte a causa di Gesù, perché anche la sua vita si manifesti nella
nostra vita mortale.
12 Così, la morte
agisce in noi, perché in voi agisca la vita.
13 E' scritto nella Bibbia: Ho creduto
perciò ho parlato. Anche noi abbiamo questo stesso spirito di fede, anche
noi crediamo e per questo parliamo.
14 Sappiamo
infatti che Dio, il quale ha risuscitato Gesù, il Signore,
risusciterà anche noi insieme con Gesù e ci porterà con voi
davanti a lui.
15 Tutto questo avviene per voi,
perché se la grazia si estende a un maggior numero di persone,
aumenteranno anche le preghiere di ringraziamento a lode di
Dio.
LA CASA CHE VIENE DAL CIELO
16 Noi dunque non ci scoraggiamo. Anche se
materialmente camminiamo verso la morte, interiormente, invece, Dio ci dà
una vita che si rinnova di giorno in giorno.
17
La nostra attuale sofferenza è poca cosa e ci prepara una vita gloriosa
che non ha l'uguale.
18 E noi concentriamo la
nostra attenzione non su quel che vediamo ma su ciò che non vediamo:
infatti, quel che vediamo dura soltanto per breve tempo, mentre ciò che
non vediamo dura per sempre.
CAPITOLO
5
1 Noi sappiamo infatti che la tenda nella quale
abitiamo, cioè il nostro corpo terreno, viene distrutta. Sappiamo
però di avere in cielo un'altra abitazione costruita da Dio, che dura per
sempre.
2 Finché siamo in questa
condizione, noi sospiriamo per il desiderio di avere quell'abitazione che viene
dal cielo
3 Speriamo così di esserne
rivestiti e di non essere trovati nudi.
4 Mentre
viviamo in questa tenda terrena, gemiamo oppressi da un peso. Infatti non
vogliamo essere privati della tenda terrena, ma ricevere anche quella celeste.
Così, quel che è destinato alla morte sarà assorbito dalla
vita.
5 Dio ci ha preparati per questo, e come
caparra ci ha dato il suo Spirito.
6 Coraggio
dunque! E' certo che finché viviamo in questa vita terrena siamo lontani
da casa, lontani dal Signore:
7 viviamo nella
fede e non vediamo ancora chiaramente.
8
Però abbiamo fiducia, e preferiamo lasciare questa vita pur di essere
vicini al Signore.
9 Soprattutto desideriamo
fare quel che piace al Signore, sia che continuiamo la nostra vita terrena, sia
che dobbiamo lasciarla.
10 Perché, tutti
noi, dovremo presentarci davanti al tribunale di Cristo per essere giudicati da
lui. Allora ciascuno riceverà quel che gli è dovuto, secondo il
bene o il male che avrà fatto nella sua
vita.
RICONCILIATI CON DIO
11 Sappiamo dunque che cosa significa avere
timore di Dio e ci sforziamo di convincere gli uomini. Dio ci conosce
perfettamente, e spero che anche voi ci conosciate nelle vostre coscienze.
12 Non cerchiamo affatto di raccomandarci a voi
un'altra volta. Vogliamo solo darvi l'occasione di essere fieri di noi e di
potere così rispondere come si deve a quelli che si vantano delle
apparenze e non della sostanza.
13
Perché, se ci comportiamo da pazzi, lo facciamo per Dio; se ci
comportiamo da persone sagge, lo facciamo per voi.
14 Infatti, l'amore di Cristo ci spinge,
perché siamo sicuri che uno morì per tutti, e quindi che tutti
partecipano alla sua morte.
15 Cristo è
morto per tutti, perché quelli che vivono non vivano più per se
stessi, ma per lui che è morto ed è risuscitato per loro.
16 Perciò, d'ora in avanti non possiamo
più considerare nessuno con i criteri di questo mondo. E se talvolta
abbiamo considerato così Cristo, da un punto di vista puramente umano,
ora non lo valutiamo più in questo modo.
17 Perché quando uno è unito a
Cristo è una creatura nuova: le cose vecchie sono passate; tutto è
diventato nuovo.
18 E questo viene da Dio che ci
ha riconciliati con sé per mezzo di Cristo e ha dato a noi l'incarico di
portare altri alla riconciliazione con lui.
19
Così Dio ha riconciliato il mondo con sé per mezzo di Cristo:
perdona agli uomini i loro peccati e ha affidato a noi l'annunzio della
riconciliazione.
20 Quindi, noi siamo
ambasciatori inviati da Cristo, ed è come se Dio stesso esortasse per
mezzo nostro. Vi supplichiamo da parte di Cristo: lasciatevi riconciliare con
Dio.
21 Cristo non ha mai commesso peccato, ma
Dio lo ha caricato del nostro peccato per riabilitarci dinanzi a sé per
mezzo di lui.
CAPITOLO
6
1 Come collaboratori di Dio vi esortiamo a non
trascurare la grazia di Dio che
avete ricevuto.
2 Infatti Dio
dice:
Nell'ora della mia
misericordia
ti ho ascoltato
nel giorno della salvezza
ti sono venuto in
aiuto.
Ecco, questa è l'ora della
misericordia Dio, questo è il giorno della
salvezza.
LE PROVE DELL'APOSTOLO
3 Nessuno critichi il mio
lavoro di apostolo: in ogni situazione mi comporto in modo da non scandalizzare
nessuno.
4 Anzi, in ogni circostanza, cerco di
presentare me stesso come si presentano i servi di Dio: sopporto con grande
pazienza sofferenze, difficoltà e angosce.
5 Sono bastonato e gettato in prigione. Sono
vittima di violenze. Mi affatico, rinunzio al sonno e soffro la fame.
6 Mi presento come servo di Dio mostrando
onestà, saggezza, pazienza, bontà, presenza dello Spirito Santo,
amore senza ipocrisia,
7 annunziando il
messaggio della verità con la potenza di Dio. Sia per attaccare, sia per
difendermi, ho una sola arma: vivere come piace a Dio.
8 Qualcuno mi stima, altri mi disprezzano.
Taluni dicono bene di me, altri male. Sono considerato un imbroglione, e invece
dico la verità.
9 Sono trattato come un
estraneo, e invece sono assai ben conosciuto; come un moribondo, e invece sono
ben vivo. Sono castigato, ma non ucciso;
10
tormentato, ma sempre sereno; povero, eppure arricchisco molti. Non ho nulla,
eppure possiedo tutto.
11 Corinzi cari, vi ho
parlato francamente, a cuore aperto.
12 Io non
vi ho sottratto il mio affetto, voi invece mi avete chiuso il vostro cuore.
13 Vi parlo come a figli: ricambiate il mio
affetto, apritemi anche voi il vostro cuore.
O DIO O GLI IDOLI
14 Non mettetevi con gli
infedeli sotto un peso che non fa per voi. Infatti, che rapporto ci può
essere tra quel che è giusto e quel che è ingiusto? La luce
può essere unita alle tenebre?
15 Vi
potrà mai essere un'intesa tra Cristo e il demonio? E cosa hanno da
spartire un credente e un incredulo?
16 Vi
può essere accordo tra il tempio di Dio e gli idoli? E noi siamo il
tempio del Dio vivente. Egli stesso ha
detto:
Abiterò in mezzo a loro
e camminerò con loro,
sarò il loro Dio
ed essi saranno il mio popolo.
17 Perciò dice il Signore:
non abbiate nulla a che fare
con quel che è impuro,
separatevi dagli altri, abbandonateli
e io vi
accoglierò.
18 Sarò per voi come un
padre,
e voi sarete per me come figli e figlie,
dice il Signore onnipotente.
CAPITOLO
7
1 Dal momento che abbiamo queste promesse,
carissimi, liberiamoci da tutto quel che ci sporca, sia nel corpo sia nello
spirito. Viviamo nel timore di Dio e sforziamoci di essere come Dio ci
vuole.
TRISTEZZA E GIOIA DI PAOLO
2 Cercate di capirmi: non ho
fatto torto a nessuno, non ho sfruttato nessuno.
3 Lo dico perché è così,
non per rimproverarvi. Ve l'ho già detto: vi voglio bene, voi siete uniti
a me per la vita e per la morte.
4 Sinceramente,
sono molto fiero di voi. Malgrado tutte le sofferenze, Dio mi riempie di gioia e
di consolazione.
5 Infatti, neanche arrivando in
Macedonia ho avuto riposo. Ho trovato difficoltà di ogni genere:
circondato da persecutori, tormentato da preoccupazioni.
6 Ma Dio, che consola gli sfiduciati, mi ha
ridato forza con l'arrivo di Tito.
7 E non solo
con il suo arrivo ma anche con la notizia della buona impressione che gli avete
fatto. Infatti Tito mi ha detto che desiderate rivedermi e ha parlato della
vostra nostalgia e del vostro affetto per me, e così la mia gioia
è aumentata.
8 Se vi ho rattristati con
la lettera che vi ho scritto, non me ne pento. Prima sono stato un po'
dispiaciuto quando ho visto che effettivamente quella lettera vi ha rattristati,
sia pure per breve tempo.
9 Ma ora son contento
di averla scritta, non perché vi ha addolorati, ma perché questa
vostra tristezza vi ha fatto cambiare atteggiamento. Il vostro dolore era come
Dio lo desiderava, quindi io non vi ho fatto alcun danno.
10 Infatti, la tristezza che rientra nei piani
di Dio fa cambiar vita in modo radicale e porta alla salvezza; invece la
tristezza che viene dalle preoccupazioni di questo mondo porta alla morte.
11 La vostra tristezza era nei piani di Dio, ed
essa ha suscitato in voi desiderio di difendervi, indignazione, timore,
desiderio di rivedermi, premura e zelo nel punire il male. In ogni modo avete
dimostrato di non avere alcuna colpa in questa faccenda.
12 Se vi ho scritto non e stato per accusare chi
ha offeso e per difendere chi è stato offeso, ma proprio perché vi
rendeste conto, dinanzi a Dio, della stima che avete per me.
13 E questo vostro modo di agire mi ha
consolato. Ma oltre a questa consolazione mi sono anche rallegrato perché
ho visto che Tito era contento di voi. Infatti, tutti voi lo avete
tranquillizzato.
14 Con lui io mi ero un po'
vantato di voi, e voi non mi avete deluso. Com'è vero che ho sempre detto
la verità a voi, così è risultato vero anche l'elogio di
voi che avevo fatto a Tito.
15 E così il
suo affetto per voi aumenta ancora quando ricorda come avete ubbidito e come lo
avete accolto con premura e con riguardo.
16 Mi
rallegro perché io posso contare su di voi in ogni
occasione.
CAPITOLO
8
INVITO ALLA GENEROSITA'
1 Fratelli, desidero farvi conoscere
quel che la grazia di Dio ha compiuto nelle chiese che sono in Macedonia.
2 Quei credenti sono stati duramente provati
dalle sofferenze, tuttavia hanno conservato una grande serenità, e
malgrado la loro estrema povertà, sono stati veramente generosi.
3 Vi assicuro che hanno offerto volentieri aiuti
secondo le loro possibilità; anzi, hanno fatto anche di più.
4 Con grande insistenza mi hanno chiesto il
privilegio di partecipare anch'essi all'invio di aiuti per i credenti di
Gerusalemme.
5 Sono andati molto al di là
di quanto speravo: prima hanno offerto se stessi al Signore e poi, ubbidendo a
Dio, si sono messi a mia disposizione.
6 Per
questo ho incoraggiato Tito a condurre a termine in mezzo a voi questo generoso
impegno, visto che lui stesso l'aveva iniziato.
7 Voi avete di tutto e in abbondanza: la fede,
il dono della parola, la conoscenza, un grande entusiasmo, e fra voi c'è
quell'amore che vi ho insegnato ad avere. Fate in modo di essere ricchi anche in
questo impegno generoso.
8 Non vi sto dando un
ordine: vi ricordo la premura che gli altri hanno, avuto, per vedere se anche il
vostro amore è genuino.
9 Voi conoscete
la generosità del Signore nostro Gesù Cristo: per amor vostro, lui
che era ricco, si è fatto povero per farvi diventare ricchi con la sua
povertà.
10 Al riguardo vi do questo
consiglio: voi che sin dall'anno scorso avete incominciato non soltanto ad
agire, ma anche a volere questa iniziativa,
11
fate ora in modo di portarla a termine. Come siete stati pronti nel prendere
l'iniziativa, siatelo anche nel realizzarla con i mezzi che avete a
disposizione.
12 Perché il risultato
è gradito a Dio, se chi dona ci mette buona volontà. E Dio tiene
conto di quel che uno possiede, non certo di quel che non
ha.
13 Questa colletta infatti non ha lo scopo di
ridurre voi in miseria perché altri stiano bene: la si fa per raggiungere
una certa uguaglianza.
14 In questo momento voi
siete nell'abbondanza e perciò potete recare aiuto a loro che sono nella
necessità. In un altro momento saranno loro, nella loro abbondanza, ad
aiutare voi nelle vostre difficoltà. Così ci sarà sempre
uguaglianza,
15 come dice la
Bibbia:
Chi aveva raccolto molto non ebbe di
più;
chi aveva raccolto poco non ebbe di
meno.
PAOLO RACCOMANDA I SUOI INVIATI
16 Tito si preoccupa per voi
almeno quanto me. Ringrazio Dio che gli ha dato questa premura.
17 Infatti Tito non solo ha accettato il mio
invito, ma era talmente pieno di entusiasmo che è partito spontaneamente
per venire da voi.
18 Mando con lui quel
fratello che tutte le comunità lodano per il suo impegno nell'annunziare
Cristo.
19 Inoltre, le Chiese l'hanno incaricato
di accompagnarmi nel viaggio che faccio per portare a termine questo impegno
generoso. Lo abbiamo intrapreso a gloria del Signore, per mostrare la nostra
buona volontà.
20 Cerchiamo con cura di
evitare ogni motivo di critica nell'amministrazione di questa forte somma che ci
è affidata.
21 Infatti ci preoccupiamo di
agire correttamente non soltanto dinanzi al Signore ma anche dinanzi agli
uomini.
22 Mando con loro un altro dei nostri
fratelli che, in più occasioni, si è dimostrato pieno di premura.
Ora lo è ancora di più per la grande fiducia che ha in voi.
23 Quanto a Tito, egli è mio
collaboratore e mi aiuta in quest'opera presso di voi. Gli altri fratelli che
l'accompagnano sono inviati dalle Chiese e agiscono a gloria di Cristo.
24 Di fronte alle comunità, dimostrate
dunque che li amate veramente. Così, tutti sapranno che ho ragione quando
dico che sono fiero di voi.
CAPITOLO
9
AIUTI PER I CREDENTI DI GERUSALEMME
1 Veramente non è il
caso che vi scriva per gli aiuti destinati ai credenti di Gerusalemme,
2 perché conosco la vostra buona
volontà. Ne sono orgoglioso e dico ai Macèdoni: «In Grecia
sono pronti sin dall'anno scorso». Il vostro entusiasmo ha stimolato la
maggior parte di loro.
3 Perciò mando
questi fratelli, perché l'elogio che ho fatto di voi non sia smentito e
perché, come stavo dicendo, siate pronti.
4 Se qualcuno venisse con me dalla Macedonia e
vi trovasse impreparati, io dovrei arrossire di vergogna per la fiducia che ho
posta in voi. In realtà, la vergogna sarebbe anche vostra.
5 Ho quindi giudicato opportuno chiedere a
questi fratelli di venire da voi prima di me e a voi di preparare il dono che
avete promesso, perché sia veramente una dimostrazione di
generosità e non di avarizia.
LA GENEROSITÀ DI DIO E LA NOSTRA
6 Tenete presente
che chi semina poco raccoglierà poco; chi invece semina molto
raccoglierà molto.
7 Ciascuno dia quindi
il suo contributo come ha deciso in cuor suo, ma non di malavoglia o per
obbligo, perché a Dio piace chi dona con gioia.
8 E Dio può darvi ogni bene
abbondantemente, in modo che abbiate sempre il necessario e siate in grado di
provvedere a ogni opera buona.
9 Come dice la
Bibbia:
Egli dà generosamente ai
poveri,
la sua generosità dura per
sempre.
10 Dio dà il seme al seminatore e
il pane per suo nutrimento. Egli darà anche a voi il seme di cui avete
bisogno e lo moltiplicherà per farne crescere il frutto, cioè la
vostra generosità.
11 Dio vi dà
tutto con abbondanza perché siate generosi. Così, molti
ringrazieranno Dio per i vostri doni da me trasmessi.
12 Infatti, l'organizzazione di questo soccorso
fraterno non serve soltanto ad aiutare i credenti di Gerusalemme che sono
poveri, ma anche a fare in modo che molti ringrazino Dio.
13 Il vostro aiuto sarà per loro una
prova concreta che voi sapete ubbidire e accogliere l'annunzio di Cristo.
Perciò loderanno Dio per la generosità che dimostrate nel dividere
i vostri beni con loro e con tutti;
14
pregheranno per voi e vi manifesteranno il loro affetto per la grazia abbondante
che Dio vi ha dato.
15 Ringraziamo Dio per il
suo dono meraviglioso.
CAPITOLO
10
PAOLO DIFENDE IL SUO MODO DI AGIRE
1 Vi parlo spinto
dall'umiltà e dalla bontà di Cristo, proprio io, Paolo che, come
si dice, sono umile quando mi trovo con voi, energico invece quando vi scrivo da
lontano.
2 Vi supplico di non costringermi a
intervenire energicamente quando sarò tra voi. Infatti, sono pronto ad
agire con energia contro quelli che considerano il mio atteggiamento basato su
motivi di convenienza umana.
3 Certo, sono un
uomo anch'io, ma non mi lascio guidare da semplici interessi umani.
4 Nel mio combattimento non uso armi militari:
uso le potenti armi di Dio. Con esse distruggo le fortezze nemiche, cioè
i falsi ragionamenti,
5 e demolisco tutto quel
che si oppone orgogliosamente alla conoscenza di Dio. Piego ogni ragionamento
umano all'ubbidienza di Cristo,
6 e quando la
vostra ubbidienza sarà completa, allora potrò intervenire per
castigare chi disubbidisce.
7 Guardate veramente
come stanno le cose. Se qualcuno è convinto in se stesso di appartenere a
Cristo, tenga presente che anch'io sono di Cristo, come lui.
8 E se mi vanto di qualcosa di più,
cioè dell'autorità che il Signore mi ha dato - per far crescere la
vostra comunità non per distruggerla - non dovrei vergognarmene.
9 Ma non lo faccio per non aver l'aria di
spaventarvi con le mie lettere.
10 Infatti
c'è chi dice: «Le lettere di Paolo sono dure e severe, ma quando
egli è tra noi, allora è umile e il suo modo di parlare è
debole».
11 Chi va dicendo questo ci pensi
bene perché intendo essere duro e severo anche di persona, a fatti, come
lo sono da lontano, a parole, nelle mie lettere.
12 Certo, io non oso mettermi sullo stesso piano
di quelli che raccomandano se stessi o paragonarmi a loro. Sono stupidi: mettono
se stessi come norma e termine di paragone e si confrontano con se stessi.
13 Io invece non mi vanterò oltre i
limiti che Dio mi ha fissati. E' lui che mi ha permesso di giungere fino a voi.
14 Io non supero questi limiti. Li supererei se
non fossi arrivato per primo in mezzo a voi. Invece sono stato proprio io ad
annunziarvi il Cristo.
15 Io non mi vanto al di
là dei limiti, perché non mi intrometto nel lavoro degli altri.
Anzi, spero che la vostra fede cresca, e così io possa compiere fra voi
un lavoro ancora più vasto, sempre nei limiti che mi sono stati fissati.
16 Così potrò evangelizzare anche
le regioni che sono più lontane della vostra, senza bisogno di vantarmi
dell'opera già compiuta da altri.
17 La
Bibbia dice: Chi vuole vantarsi, si vanti per quel che il Signore ha fatto.
15 Non chi raccomanda se stesso è capace
di compiere un buon lavoro, ma colui che è stimato da
Dio.
CAPITOLO 11
PAOLO E I FALSI APOSTOLI
1 Lasciatemi parlare per un
attimo come se fossi pazzo! Permettetemelo dunque!
2 Perché nei vostri riguardi io provo una
gelosia che è quella stessa di Dio per il suo popolo. Vi ho promesso in
matrimonio a un solo sposo, a Cristo, e intendo presentarvi a lui come una
vergine pura.
3 Temo però che i vostri
pensieri si corrompano, e come Eva fu sedotta dalla malizia del serpente,
così voi possiate perdere la vostra semplicità e purezza nei
riguardi di Cristo.
4 Infatti, se uno viene ad
annunziarvi un Gesù diverso da quello che vi abbiamo annunziato, voi lo
accoglierete volentieri. Siete anche disposti a ricevere uno spirito e un
messaggio di salvezza diversi da quelli che avete ricevuto.
5 Ma io sono certo di non essere in nulla
inferiore a quei vostri "super-apostoli".
6 Forse
sono inesperto nel parlare, ma non lo sono certo nella conoscenza: ve l'ho
dimostrato in molte circostanze e in tutti i modi.
7 Forse la mia colpa è di essermi
abbassato perché voi siate innalzati e di avervi annunziato gratuitamente
la parola di Dio.
8 Ho sfruttato altre chiese
accettando da esse il necessario per vivere: ho fatto questo per essere al
vostro servizio.
9 Quando ero tra voi e mi sono
trovato privo di denaro, non sono stato di peso a nessuno. Alle mie
necessità hanno provveduto i fratelli venuti dalla Macedonia. In
qualsiasi circostanza ho fatto molta attenzione, e continuerò a farla per
non essere a vostro carico.
10 Nessuno in tutta
la Grecia mi toglierà questo motivo di fierezza. Ve lo assicuro come
è vero che Cristo vive in me.
11 Non dico
questo perché non vi voglia bene! Anzi, lo sa Dio quanto vi amo!
12 Ma continuerò a comportarmi
così per togliere ogni pretesto a quelli che vogliono vantarsi ed essere
uguali a me.
13 Non sono altro che falsi
apostoli che lavorano con inganno e si fingono apostoli di Cristo.
14 Non c'è da meravigliarsene, visto che
anche Satana finge dì essere un angelo.
15 Quindi non è strano che i suoi
aiutanti fingano di essere apostoli che lavorano al servizio di Dio che salva.
Ma la loro fine sarà degna delle loro opere.
LE SOFFERENZE DELL'APOSTOLO
16 Lo ripeto: nessuno mi
consideri pazzo. Oppure, se mi credete tale, sopportatemi come si sopporta un
pazzo, perché anch'io possa vantarmi un poco.
17 Quel che vi dico ora, mentre mi vanto, non
piacerebbe al Signore; ma lo dico come parlerebbe un pazzo.
18 Molti si vantano per motivi puramente umani;
anch'io mi vanterò.
19 Del resto, voi che
siete saggi siete abituati a sopportare i pazzi.
20 Infatti sopportate chi vi tratta come
schiavi, chi vi divora, chi vi sfrutta, chi vi maltratta e vi prende a schiaffi.
21 Si vede che io sono stato troppo debole! Lo
dico a mia vergogna. A ogni modo, se quelli osano vantarsi di qualcosa (parlo
proprio da pazzo), mi vanterò anch'io.
22
Essi sono Ebrei? lo sono anch'io! Sono Israeliti? Anch'io! Sono discendenti di
Abramo? Anch'io!
23 Sono servi di Cristo?
Ebbene, dirò uno sproposito: io lo sono più di loro. Io ho
lavorato più di loro; sono stato in prigione più di loro; sono
stato picchiato più di loro. Più di loro ho affrontato pericoli
mortali:
24 cinque volte ho ricevuto le
trentanove frustate dagli Ebrei;
25 tre volte
sono stato bastonato dai Romani; una volta sono stato ferito a colpi di pietra;
tre volte ho fatto naufragio, e una volta ho passato un giorno e una notte in
balia delle onde.
26 E ancora: lunghi viaggi a
piedi, pericoli di fiumi, pericoli di briganti, pericoli da parte degli Ebrei e
dei pagani, pericoli nelle città, nei luoghi deserti e sul mare, pericoli
da parte dei falsi fratelli.
27 Ho sopportato
duri lavori ed estenuanti fatiche; ho trascorso molte notti senza potere
dormire; ho patito la fame e la sete; parecchie volte sono stato costretto a
digiunare; sono rimasto al freddo e non avevo di che coprirmi.
28 E, oltre a tutto questo, ogni giorno ho avuto
il peso delle preoccupazioni per tutte le comunità.
29 Se qualcuno è in difficoltà, io
soffro con lui. Se qualcuno è debole nella fede, io sono tormentato per
lui.
30 Se proprio bisogna vantarsi, io mi
vanterò della mia debolezza.
31 Dio, il
Padre di Gesù Cristo, nostro Signore, - sia benedetto in eterno, - sa che
dico la verità.
32 Quando ero a Damasco,
il governatore rappresentante del re Areta aveva fatto mettere delle guardie
alle porte della città per catturarmi.
33
Ma da una finestra io fui calato in una cesta all'esterno delle mura e
così gli sfuggii di mano.
CAPITOLO
12
VISIONI E RIVELAZIONI
1 Non è bello vantarsi, eppure devo
farlo. Perciò vi parlerò delle visioni e delle rivelazioni che il
Signore mi ha concesse.
2 Conosco un credente
che quattordici anni or sono fu portato fino al terzo cielo. (Io non so se egli
vi fu portato fisicamente o solamente in ispirito: Dio solo lo sa).
3-4 So che quell'uomo fu portato sino al
paradiso. (Se lo fu fisicamente o solamente in ispirito - lo ripeto - io non lo
so: Dio solo lo sa). Lassù udì parole sublimi che per un uomo
è impossibile ripetere.
5 Di quel tale
sono disposto a vantarmi, ma per quanto riguarda me, mi vanterò soltanto
delle mie debolezze.
6 Se avessi voglia di
vantarmi non sarei un pazzo perché direi la pura verità. Tuttavia
non lo faccio: voglio che la gente mi giudichi in base a ciò che faccio e
dico, e che non abbia di me un'opinione più alta.
7 Io ho avuto grandi rivelazioni. Ma proprio per
questo, perché non diventassi orgoglioso, mi è stata inflitta una
sofferenza che mi tormenta come una scheggia nel corpo come un messaggero di
Satana che mi colpisce per impedirmi di diventare orgoglioso.
8 Tre volte ho supplicato il Signore di
liberarmi da questa sofferenza.
9 Ma egli mi ha
risposto: «Ti basta la mia grazia. La mia potenza si manifesta in tutta la
sua forza proprio quando uno è debole». E' per questo che io mi
vanto volentieri della mia debolezza, perché la potenza di Cristo agisca
in me.
10 Perciò io mi rallegro della
debolezza, degli insulti, delle difficoltà, delle persecuzioni e delle
angosce che io sopporto a causa di Cristo, perché quando sono debole,
allora sono veramente forte.
LE PREOCCUPAZIONI DI PAOLO
11 Ho parlato come se fossi
pazzo! Siete voi che mi avete costretto. Proprio voi, che invece avreste dovuto
parlare a mia difesa. Perché, anche se io non sono nulla, non sono certo
stato in nulla inferiore a quei
"super-apostoli".
12 Io sono un vero apostolo; lo
provano le azioni che ho compiuto in mezzo a voi con grande pazienza: segni,
prodigi, miracoli.
13 Che cosa vi fa sentire
inferiori alle altre comunità? Solo questo: che io non vi sono mai stato
di peso! Vogliate perdonarmi questa ingiustizia!
14 Eccomi pronto a venire da voi per la terza
volta, e non vi sarò di peso. Perché non cerco il vostro denaro,
cerco voi. Perché non sono i figli che devono risparmiare per i genitori,
ma sono i genitori che devono provvedere ai figli.
15 Ben volentieri io spenderò quel che
possiedo e sacrificherò anche me stesso per voi. Se io vi amo più
degli altri, voi dovreste amarmi di meno?
16 E'
dunque chiaro che io non vi sono stato di peso. Tuttavia potrebbe darsi che,
astutamente, io sia riuscito a sfruttarvi in qualche modo con l'inganno.
17 Forse qualcuno dei fratelli che vi ho mandato
mi è servito per sfruttarvi?
18 Ho
chiesto a Tito divenire da voi e ho mandato con lui quell'altro fratello che
conoscete. Forse Tito vi ha sfruttati in qualche modo? Forse non abbiamo agito
animati dalle stesse intenzioni comportandoci allo stesso modo?
19 Probabilmente voi pensate da un pezzo che io
cerchi di difendermi dinanzi a voi. No! Io parlo dinanzi a Dio, come credente in
Cristo. Tutto quel che dico, carissimi, lo dico per far crescere la vostra fede.
20 Purtroppo temo che quando verrò non vi
troverò come vi vorrei, e voi non troverete me come mi vorreste. Temo che
ci siano fra voi litigi, invidie, orgoglio, contrasti, maldicenze, pettegolezzi,
fanatismi, immoralità.
21 Temo che quando
verrò, Dio mi umilierà di nuovo dinanzi a voi, e che dovrò
piangere per tutti quelli che hanno peccato e rifiutano di staccarsi dalle
immoralità, dai vizi e dalle dissolutezze in cui sono vissuti
finora.
CAPITOLO
13
ESORTAZIONI FINALI E SALUTI
1 Questa è la terza volta che vengo da
voi. Secondo la norma biblica: Ogni accusa dovrà essere provata da due o
tre testimoni.
2 Per tutti quelli che hanno
peccato prima, e per tutti gli altri, ora che sono assente, ripeto quel che io
vi ho detto di persona in occasione della mia seconda visita: quando
verrò di nuovo tra voi non userò indulgenza.
3 Voi cercate una prova che Cristo parla in me e
l'avrete: Cristo infatti non è debole verso voi, anzi agisce con potenza
nei vostri confronti.
4 Certo, al momento della
sua morte in croce era debole, ma ora è vivo per la potenza di Dio. Uniti
con lui condividiamo la sua debolezza, ma la potenza di Dio ci fa partecipi
della sua vita per occuparci efficacemente di voi.
5 Esaminate voi stessi per vedere se vivete
nella fede. Sottoponetevi alla prova. Riconoscete che Gesù Cristo vive
fra voi? O è vero il contrario?
6 A ogni
modo spero che ammetterete un fatto: io ho superato la prova.
7 Perciò prego Dio che non facciate nulla
di male. Non per dimostrare che io sono migliore di voi, ma perché
facciate il bene in ogni caso, anche se dovesse sembrare che non sono migliore
di voi.
8 Infatti io non posso far nulla contro
la verità, posso solamente agire per la verità.
9 Per questo mi rallegro quando io sono debole e
voi siete forti. E pregando chiedo a Dio che egli vi faccia diventare perfetti.
10 Ecco perché vi scrivo tutto questo,
mentre sono lontano da voi: per non dovervi trattare con durezza quando
sarò tra voi, usando l'autorità che il Signore mi ha data per
fortificare la comunità, non certo per distruggerla.
11 Fratelli, vivete nella gioia, correggetevi,
incoraggiatevi, andate d'accordo, vivete in pace. E' Dio che dà amore e
pace sarà con voi.
12 Salutatevi tra di
voi con un fraterno abbraccio. Tutti i credenti vi salutano.
13 La grazia del Signore Gesù Cristo,
l'amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo siano con voi
tutti.